Mese: Gennaio 2023

Istanti immortali

Gli istanti sbiadiscono immediati

in un cielo dorato,

rovinando in voragini di luce,

ingoiati nel ventre

del tempo.

Ne esistono, però, alcuni

di natura immortale

che con ardore si schiantano

contro le zolle del mare

per emergere incalzanti

nella nostra memoria

ogni volta che accenna un sorriso

un ricordo profumato d’amore.

Caterina Alagna

Nei campi dell’inferno

Ruvido soffia l’inverno

sulle sponde della pelle

tremanti e dissanguate

dalle torture inferte

dalla voce e dalle mani delle S.S.

che sguainano una putrida lingua

di metallo

per scagliare parole imbevute di fango

che soffocano le anime

annegate nel pianto.

I giorni non passano mai

qui nei campi dell’inferno

dove respiriamo la carne dei nostri padri

che esala bruciante dalle ciminiere

e piangiamo per la pelle martoriata dei bambini,

ritenuta materia fertile per esperimenti

e secondi fini.

Chissà quanta brava gente

non sa di indossare sulla pelle

la nostra carnale sostanza,

ridotta ormai a pezzo di sapone,

a mero oggetto di arredamento,

in inconcepibile abominio

realizzato dall’umanità.

Potranno annientare la nostra carne,

i nostri corpi marchiati come bestie,

ma le nostre anime non uccideranno,

soffieremo ancora negli aliti del vento

e fioriremo nei meandri della memoria,

mentre tutto questo male spregevole

e insensato,

come un mare di fetida lordura,

inquinerà la storia.

Caterina Alagna

Le parole

Le parole sciolgono tremanti

le pareti del cuore,

strappando a morsi

teneri germogli di anima

esposti alla luce del sole,

trepidanti, sempre nell’ ansia

di potersi bruciare,

sempre nella paura di ingoiare

atroci chicchi di male.

Scaglie aguzze scavano

solchi nell’anima

e accolgono fiori

di sangue raggrumato,

ma da quel plasma di intenso dolore

sbocciano profumi di viole,

immagini decorate d’amore

che danzano in un prisma

di cangianti colori.

Caterina Alagna

Nel canto dei gabbiani

Non ancorai la mia anima

ai miscugli incatenati,

mi sciolsi piuttosto

nel canto dei gabbiani

che si staglia libero

e lontano

dai sussurri micidiali

soffiati dalle imposizioni

che legano le mani.

Mani che tremano,

asserragliate

in statiche melodie di vita

di scialbe note deragliate

che vibrano in un timido presente,

refolo di un arido momento

che profuma di voci nel deserto.

Caterina Alagna

Mille semi di addio

Furono mille semi di addio

a cospargere il tuo corpo di chiarore

mentre la tua anima esalava l’ultimo respiro

per ricongiungersi con gli altri

nella dimora sacra a Dio,

soave alcova dello spirito

che in tutta la sua esistenza senza fine

mai conobbe il gene del supplizio.

La tua impronta ha lasciato

un solco nella terra

e tra le mani dei tuoi amici

un germogliante sorriso di bellezza,

luce che illumina il loro cammino

e simbolo carnale della tua anima delicata

che sempre pulita sulla coscienza

pose la sua mano.

Caterina Alagna