Piove la notte sui miei occhi
a scarmigliare questi pallidi versi
da crocefiggere ai lati della bocca
per sentirli avvinghiati alla pelle,
per aspirare il profumo ribelle
che ho cucito sulle labbra.
Vorrei trattenerli,
sputarli sulle tele dei mie quadri,
vederli colare e creare
nuovi spettacoli di luce.
Ma scivolano i versi, corrono sotto
la carne e poi bucano il cielo
per nascere su nuove bocche,
su occhi appena sbocciati.
La poesia non è dei poeti,
è un alito che s’incarna
nella loro anima per mutarsi
in verbo superbo
e librarsi in volo a espugnare
la rocca del cielo.
Caterina Alagna