Rive sbranate
si ampliavano come cieli
nella mia mente.
Un mare di male
corrose saturi nebbie,
epoche distanti
in cui la mia voce era solo
un silenzioso grido,
un urlo carnale smarrito nell’infinito.
Fu la tua mano, ricamata d’amicizia
a cucire per me una nuova luce,
fu la tua parola a intessere
intrecci di fibre vitali
che videro il tormento dell’anima
trasformarsi in poesia.
Caterina Alagna
unghie corte per lavorare, non curate, spesso con schegge, o piccole ferite, non sono mani belle insomma, ma sono forti, dita corte e pacioccone ma sono forti.
Tu scricciolo, io posso porgertela per tirarti su da terra, stringertela in segno di amicizia, portarla alla bocca per mandarti un bacio Bellissima Valeria
Ma che dolci le tue parole, sei una persona meravigliosa.
“un silenzioso grido,
un urlo carnale smarrito nell’infinito.
Fu la tua mano, ricamata d’amicizia…”
Spesso nelle tue poesie ci sono dei passaggi, dove fai accostamenti arditi e straordinari di parole : “urlo carnale” è sublime è un mondo che si apre in chi legge e “smarrito nell’infinito” scava, in me almeno, quel senso di disperazione per aver perduto qualcosa di così unico, forse irripetibile. E poi “ricamata d’amicizia” è come una carezza che al contempo lenisce il pianto disperato ma accresce il rimpianto per quell’urlo perduto dentro un infinito così crudele da non restituirtelo, da non restituircelo.
Grazie dei complimenti, Daniele. Che altro aggiungere se non che hai colto nel segno. Disamina perfetta.
Forza espressiva in questi tuoi versi. Molto apprezzati. Buon pomeriggio, Caterina.
Grazie Felice degli apprezzamenti!! Buona giornata!
Mi ha commosso. Riesci con parole mai banali ad accompagnare il lettore anche negli anfratti più angusti dei ricordi e delle emozioni. Riesci a tenerlo per mano con delicatezza lasciandolo libero di far sua la tua poesia. E questo è un dono.
Il tuo commento mi ha fatto emozionare, son contenta di sapere che la poesia abbia raggiunto il tuo cuore!