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Bellezza infinita

Una colata d’oro

si sdraia sui campi.

A sbocciare come un vagito,

i girasoli si offrono ai raggi

del sole che piove

una cascata di sprazzi.

E si liberano dal cuore

folate di pianti

a colmare il cielo

di perduti istanti,

mentre già s’ingravida

l’anima di nuova vita

in questo scorcio

di bellezza infinita.

Caterina Alagna

Dipingi la vita

Dipingi la vita

sulle pareti dell’anima,

lungo le sponde di una terra solitaria.

Dei colori ne respiri l’aria,

il sussulto dei fiori che vibra

tra brillanti accenti.

I tuoi dubbi adolescenti

s’aggrappano ai sogni

a graffiare di immenso

gli squarci del cielo

che trasudano sciacqui di stelle,

linfe di vitali pensieri,

lande che pullulano di sogni

e di amori sinceri.

Caterina Alagna

Non ho più voglia

Non ho più voglia

di ascoltare note vuote

pronunciate in castelli di luce

da gente con l’anima

acerba d’amore.

Non ho più voglia

di indossare germogli di spine

su un corpo che ancora si erge

come un virgulto di limpida aurora.

Io voglio solo respirare

il tuo pianto gemmato

in rose di luna.

Voglio assorbire il tuo sguardo

e confonderlo col mio

in una fusione di odori

e amori gioviali.

Caterina Alagna

Sola

Sola

si scioglie la sua ombra

confondendosi col buio

della notte.

Brama una carezza,

un respiro virile

bagnato di amore sincero.

Ma nella carne vibra

la solitudine

come una sottile brezza

che ricopre di brividi

la sua anima nuda.

In lontananza,

tra solitarie brume,

si rifugia nel suo dolore.

Caterina Alagna

Torbida è la notte

Torbida è la notte

oltre le sue viscere pregne di rugiada,

oltre i suoi occhi

che tra le pieghe nascondono

una tempesta rannicchiata

a piovere lacrime di porpora,

a rammentare un’infausta decade,

epoca di mare senza sole.

Torbida è la notte

e un suo bacio già s’adagia

sulle pieghe della sua sottana,

sulla pelle derubata al sole

che trasuda stille di amianto,

il ricordo di un pensiero

affamato di coraggio

che ricamava nubi

soffocate dal pianto.

Torbida è la notte

tra le rughe della sua voce

che paventa la luce di una poesia

a intessere note d’amore

tra i tessuti sublimi del cielo,

che piove cascate di oro e veleno

sulla terra affiorata di maggio

che germoglia in spiragli di canti

e profumi di rose.

Caterina Alagna

Fino agli ultimi istanti

Uno scorcio sfumato d’incanto

s’adagia sulle gote di una fanciulla

e di viola s’adombra la gioia

in un prato a scacciare la noia.

Nei meandri d’un tempo futuro

già vede le sue ali spiegare,

in un cielo straripante d’azzurro

con gli occhi intenti a volare.

Un manto di fervido oro

accoglie i suoi timidi passi,

i suoi piedi innocenti

a solcare un cammino di inciampi

e di fresche risalite

a forgiare di vita la carne

fino agli ultimi istanti.

Caterina Alagna

Voce

Un sottile spiraglio

trasuda una cascata di luce

che si sfoglia in canti soffusi

a irradiare squarci di ombre nude.

Abbagliante si manifesta

la tua voce,

avvolta in germogli di nuvole

tesi a plasmare un placido sole,

un soffio di pura poesia

che s’incarna in pianti di rivelazione

nel ricordo della tua fievole vita.

Caterina Alagna

Dignità

Di cosa dovrebbero cantare

i poeti?

Forse degli istanti che bruciano

come tizzoni ardenti,

delle lande che esplodono di verde,

di amori trapuntati di stelle,

o di vite dimenticate

crocefisse alle fronde del cielo

a ingoiare sassi e schegge di vetro.

Appese a un filo di luna,

nel ventre della notte, brillano

più delle stelle

le anime che invocano inni alla paura.

Nel buio s’acchetano le ire

e le ingiustizie del giorno

ma nel cuore lentamente si consuma

un canto eburneo,

quel desiderio di vita bagnata di giusto,

di diritti e lavoro dignitoso

confidando in un sorso di pace

a saziare le carni disidratate di anima.

Caterina Alagna

Il suono del tuo nome

Ho scagliato tra le stelle

il suono del tuo nome

per scordarne la bellezza

che tra le trame della cute

ancora ribolle.

Diffuso in una pioggia di luce,

ora scroscia sui pendii della notte

a illuminare foreste sbiadite

in cui appassisce il profumo delle viole.

Quella luce intrisa del tuo volto

si sofferma su arbusti di parole dimenticate,

quelle che ci sussurrammo in un bacio,

nel soffio di un respiro delicato.

Dalle pareti del cuore

gronda una cascata di sabbia,

un cumulo di amore in polvere riarsa

s’è smarrito nei flutti annebbiati del vento,

ma nelle notti di tempesta

ancora avverto il palpitare di uno spiro

che tuona nel cielo

e nuovamente riecheggia il tuo nome

nel mio pensiero.

Caterina Alagna

Nude crepe

Nude crepe s’insinuano negli orizzonti infuocati

a incorniciare un lembo spiegazzato di cielo.

Nuvole turgide s’addensano in sfumate insenature

illuminate da fulmini e pianti,

carezzate da nebbie che soffocano le urla

e riempiono anfore di lacrime sgretolate.

Affondano le lacrime

in zolle grondanti di stenti,

in manti di vellutati silenzi

a erodere distese di spianata passione,

a sorbire versi imbevuti di superba poesia

che s’incarna in petali svolazzanti di vita.

Caterina Alagna

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