La macchia dilaga sul soffitto
mentre l’universo delira nei miei occhi.
Certa polvere che ricopre fosche giornate
ora si schiarisce sotto i lampi della luna
e riscopro la mia voce a cantare
versi di odore pluviale,
e tra le mie ciglia
si riparano le tue labbra.
Quanto vorrei che un grido d’amore
fulminasse il grigiore della notte.
Quell’atomo che manda in subbuglio la carne
e le mie viscere inchioda al dolore,
ora trasuda una pioggia deserta,
un vacuo alito ricolmo di solitudine.
Caterina Alagna