Ruvido soffia l’inverno

sulle sponde della pelle

tremanti e dissanguate

dalle torture inferte

dalla voce e dalle mani delle S.S.

che sguainano una putrida lingua

di metallo

per scagliare parole imbevute di fango

che soffocano le anime

annegate nel pianto.

I giorni non passano mai

qui nei campi dell’inferno

dove respiriamo la carne dei nostri padri

che esala bruciante dalle ciminiere

e piangiamo per la pelle martoriata dei bambini,

ritenuta materia fertile per esperimenti

e secondi fini.

Chissà quanta brava gente

non sa di indossare sulla pelle

la nostra carnale sostanza,

ridotta ormai a pezzo di sapone,

a mero oggetto di arredamento,

in inconcepibile abominio

realizzato dall’umanità.

Potranno annientare la nostra carne,

i nostri corpi marchiati come bestie,

ma le nostre anime non uccideranno,

soffieremo ancora negli aliti del vento

e fioriremo nei meandri della memoria,

mentre tutto questo male spregevole

e insensato,

come un mare di fetida lordura,

inquinerà la storia.

Caterina Alagna