Mese: Luglio 2022

Unico pensiero

Non ode alcun fremito la mia pelle

quando la vista di un vuoto fiorente

trapassa le pareti dell’anima.

Tutto si perde in uno stormo

di immagini spente cantate su foto

di facce tutte diverse ma identiche.

Tutte dipinte di un unico pensiero,

uno sterile sogno di apparenza,

mentre la pura forma della sostanza

s’è smarrita in un vuoto

che divora coscienze ad oltranza.

Caterina Alagna

Ruppero il dolore

Ruppero il dolore

in mille cristalli di luce,

morbide movenze luminose

che si fecero spazio in un terreo grigiore.

Curarono ataviche ferite

da cui ancora sgorga talvolta

una cascata di acre tremore,

un cereo spasmo di sofferenza

che in pochi attimi s’espande

e scolorisce la tela dell’esistenza.

Vividi colori si sciolgono in

un magma inconsistente,

una matassa inodore

che ogni umano nasconde

negli anfratti del cuore,

lì dove la nebbia cala come

acini di piombo

e si dirada solo quando il sole

di due occhi rinfresca l’anima

e le ore cadenti della giornata.

Caterina Alagna

Rigida pietra

Era una rigida pietra,

una timida assonanza carnale

che ostentava un’armatura

nobile e fiera,

un’inesauribile difesa

pavoneggiante e orgogliosa

sugli squilibri del mondo.

Era una rigida pietra

un sogno di gioventù

che sdrucciolava su lastre di cera.

Fragili fogli di carta pesta

lacerati ai bordi dell’anima

si forgiavano su colonne

di lacrime,

eteree sostanze che smussavano

gli spigoli di anguste giornate.

Caterina Alagna

Soffermati

Soffermati, ragazzo

nei boschi rigogliosi

e annusa i colori della vita

fintanto che i capelli sono scuri

e le membra fortezze robuste.

Non attendere che giungano

tempi migliori perché

un giorno sulla tua carne di pietra

vedrai sorgere flaccide crepe,

linee sottili e profonde

che si smarriranno in una

coltre di cenere.

Caterina Alagna

Canto l’amore

Canto l’amore di rado,

non tramuto la passione

in poesia.

Preferisco che diffonda

il suo verbo nel silenzio,

nelle astratte pieghe dell’anima

che bruciano d’incanto

ogni volta che un indaco sprazzo

infiamma il suo sguardo.

Caterina Alagna