pane quotidiano

Pane quotidiano

Lame di coltelli

fendono il cielo

e il pane quotidiano

di immutate miserie

a sfamare questa carne

ridotta a un mucchio di macerie

che si perde in un’orda

di voci silenti.

Bruciano stille di pensiero

mentre il tempo lentamente s’adagia

in angoli oscuri,

rallenta fino a diventare immobile

e ogni secondo pesa sulla pelle

come un secolo.

Caterina Alagna

Caterina

Mi chiamo Caterina. Ho frequentato il liceo classico e successivamente mi sono laureata in Scienze dell’educazione. Per alcuni anni mi sono dedicata al restauro dei mobili antichi. Ho creato questo blog perché nutro una profonda passione per la poesia, forma letteraria a cui mi dedico da diversi anni. Ho creato questo blog per condividere con voi il canto di emozioni che risuona dentro di me. Amo l’arte in tutte le sue forme e mi piace informarmi e studiare.

6 thoughts to “Pane quotidiano”

  1. “PADRE NOSTRO ”

    Era mattina
    Una mattina come tanta altre
    Prima di questa
    E l’uomo invocò il Signore
    Come ogni mattina
    Con il Padre Nostro

    “Padre nostro che sei nei cieli….
    …Dacci oggi il nostro pane quotidiano
    E rimetti a noi i nostri debiti
    Come noi li rimettiamo ai nostri debitori “…

    Ed il pane quotidiano arrivò

    Pestilenze
    Violenza
    Guerre
    Terremoti
    Inganni
    Fame
    Siccità
    E tante altre disgrazie

    L’uomo
    Si rivolse al Signore
    E gli chiese:
    “Signore perché tutti questo orrore
    Dov’è il nostro pane quotidiano
    Dove sono
    La pace
    La gioia
    La giustizia
    L’abbondanza e la serenità?

    Il Signore guardò
    Con sdegnata compassione l’essere umano
    E gli rispose
    Che quello era il loro pane quotidiano
    Era sempre lo stesso
    Quello che si vedeva era solo il
    Processo di lavorazione dell’uomo
    Sul “pane” che Dio mandava loro.

    L’uomo guardò il Signore
    Con inspiegabile arroganza
    Invece di capire con umiltà quelle parole
    E da quel giorno le cose peggiorarono.

    Cambiò anche il Padre Nostro
    E non per scelta della Curia
    Ma dell’uomo comune
    Diventando
    “Rimetti a noi i nostri debiti
    Anche se noi non li rimettiamo ai nostri debitori”

    Amen.

    .DANIELE VERZETTI ROCKPOETA

    1. È bellissima, Daniele, ha un grande significato…purtroppo l’uomo con la sua costruzione rende questo mondo a volte invivibile, ma il problema è che non prende mai coscienza, anzi più soffre e più diventa distruttivo.

  2. Un potente grido di dolore si eleva poeticamente in questi versi…descrivono puntualmente il male di vivere in cui è purtroppo immersa questa società. Grazie di averne dato voce… il nostro compito, a mio avviso, è quello di cercare di alleviarne il peso, nel nostro piccolo. Grande, Caterina, un grande abbraccio e serena estate ❤️🤗

    1. Vero, il male di vivere pesa sul cuore e come dici tu dobbiamo cercare di renderlo più lieve questo dolore quotidiano. Grazie di essere passata, cara, ti abbraccio forte!!!

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