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Alba di perle

Un’alba colma di perle- note

di lampi silenti-

si spoglia su cieli traboccanti di stelle

per affondare in un prato di nuvole

ad ingrigire un azzurro fervore.

Nella brezza di luce offuscata

disperdo i miei versi

e i miei ultimi singhiozzi di notti dolenti

a soffiare lontano dalla vita

un’opaca e indelicata foschia

che, velata, ricopre i fausti ardori d’un tempo,

di una gioventù che sbiadì il suo sorriso quieto

per lasciare spazio a una bruma odorante

di brina e di una languida voce

che biascica parole a fatica

sotto una luce di luna spenta che scardina

sogni e giorni di vita.

Caterina Alagna

Soffice bruma

Soffice e grigia bruma

imperli d’argento

le chiome nei boschi

che ovattate si rifugiano

nel tuo alito profumato di vento

e di ultima pioggia d’inverno.

Già s’appresta il vociare dei fiori

che fiero si mostra in un canto di luci

e colori.

La primavera è a un passo dalla vita,

se stendi il tuo sguardo

potrai dissetare la tua voce intorpidita.

Caterina Alagna

Memoria

Tra le fibre di rocce granitiche

scorre linfa intrisa di sangue.

Dopo i giorni di violenta arsura

abbiamo asciugato il dolore

ma sulle sponde più amare,

nei frammenti di conchiglie spiaggiate

fermentano ancora gocce di sale,

lacrime stipate in luci ovattate di stelle

da cui traspare una coscienza

imbevuta d’accenti di male.

Una faglia increspata lungo le coste

dell’anima

ancora fa tremare la memoria

che tacita e dignitosa

nel silenzio continua a sanguinare.

Caterina Alagna

Parole trattenute

Le parole trattenute

sono spine di dolce melodia

che sgualciscono pavidi pensieri

incatenati sulla punta della lingua

per colmare di rimorsi

gli spazi desolati dell’anima.

Rimarrà la carne amareggiata

di vita perduta

a sentire il tormento di fuoco

che brucia nelle vene

per quelle parole sature di miele,

mai pronunciate,

ora dal sapore di fiele,

intente a corrodere le arterie.

Sopravvivono ormai solo scaglie

di logore macerie

di un solenne simulacro d’amore,

divenuto emblema del rimpianto

e di un tremante brivido di passione

vanamente ripudiato.

Caterina Alagna

Aride sterpaglie

Uno stridore di armi

lacera distese di cielo

da cui gronda una cascata di sangue,

l’indicibile orrore di corpi in sfacelo.

Le bombe volano impavide

fracassando le ali delle colombe,

senza vita il loro canto

annega tra le onde del vento

che più non assorbe parole di pace,

ma solo il fumo liberato dalle mitraglie,

dalle fiamme,

da polveri di lacrime,

dai sogni che bruciano

come aride sterpaglie.

Caterina Alagna

Non aver paura dell’amore

Non aver paura dell’amore,

non temere quella sagoma divina

che sguaina la potenza della vita

come una spada che squarcia

il velo di un’alcova profumata

che partorisce succosi accenti

di nettare e miele,

un canto erotico che si libera

nelle audaci fauci di amorose fiere.

Su un letto ricamato di luci

si sposano corpi innamorati,

due anime fuse

in un’unica sostanza vitale.

Caterina Alagna

Cuore cobalto

Il cielo si riempie di suoni,

echi atavici di parole familiari

si mostrano in un germoglio di sole.

Sono i ricordi che dipingono di dolore

questo mare dal cuore cobalto,

sono gli sguardi dei cari

che hanno prestato gli occhi

ad un corpo diafano

accompagnando i nostri passi

che s’inoltrano incerti,

sempre in bilico sul precipizio della vita.

Caterina Alagna

Sull’orlo dei miei versi

Sull’orlo dei miei versi

nevicano fiocchi di miele

che consumano acuminati pensieri

fino a smussarne i bordi

ricoperti d’antichi veleni.

La poesia s’avvinghia all’anima mia

e s’inerpica lungo arbusti

di fervide immagini d’amore

che si sciolgono in metafore armoniose,

in languide rime

da cui emerge, nascosto da una docile foschia,

il timido accenno di un cuore pulito

che non s’arrende a un cielo

mancante d’amore.

Caterina Alagna

Riempimi di azzurro

Riempimi di azzurro

come sorgenti di vita piena,

come abbondanza di cielo infinito

scorrere e fertilizzare

le intricate aiuole del mio pensiero e

le mie membra assetate del luccicante

chiarore della sera,

prima che mi avvolga la notte

in una placida ma vivida carezza,

nel vellutato bacio della luna piena

che si incarna in argento vivo

e che mai si ossida

sulle fiorenti labbra del mio sorriso.

Caterina Alagna

Immagina

Dedicata alla vittime del naufragio di Cutro.

Immagina la tua carne

pregna di vita e futura speranza

fagocitata dalla bocca violenta del mare

e poi rigurgitata come nuda carcassa

priva di spirito e di speme ostinata

che ti spinge fin sulle vette del cielo,

che le tormente marine non teme

pur di fuggire da una atroce guerra

che ricopre la terra di esangue sfacelo,

per aggiungere vita alla vita dei figli

i cui giorni si sgretolano

sotto una pioggia di bombe e fucili.

Immagina il tuo cuore

ricolmo di quell’ardua fiducia

che mangia la polvere e beve cristalli di sale

lambire sponde ignare.

Immagina quale orrore quelle povere anime

hanno tatuato sulla pelle se disposte ad affrontare

la potenza del mare come ultima sofferenza,

sognando che sia l’ultima tormenta

a condurli su nuovi litorali di sole e quiescenza.

Caterina Alagna

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